2008/12/23

1968/12/23: Seconda trasmissione televisiva dallo spazio

La straordinaria missione dei tre astronauti americani Frank Borman, James Lovell e William Anders è giunta alla sua terza giornata di volo. Nel corso dei vari collegamenti con il Centro di Controllo a terra, Lovell riferisce che l'equipaggio in questi primi giorni di volo, nonostante i disturbi intestinali, consuma regolarmente i vari pasti disidratati preparati e confezionati appositamente, ma non avendo molto appetito preferisce di più dissetarsi con l'acqua presente a bordo dell'Apollo.

Il lavoro a bordo della prima vera "astronave" della storia è ora rallentato, dopo le fatiche e le emozioni delle prime ore subito dopo il lancio. Solamente il pilota del Modulo di Comando (CSM) James Lovell viene tenuto in continua attività con le sue osservazioni stellari, e per la sua attenzione e professionalità dal Centro di Controllo di Houston arrivano grandi complimenti.

"Non lodatelo troppo ragazzi", interviene ironicamente il comandante Borman, "perché si è già messo in testa di andare ad insegnare le leggi della meccanica celeste all'università! ".

Poche ore prima del secondo collegamento televisivo con la Terra, i tre astronauti di Apollo 8 superano quel confine invisibile tra la gravità terrestre e quella lunare e per la prima volta nella storia dell'uomo una navicella con equipaggio è governata dalla gravità di un mondo differente dal nostro pianeta. E' una pietra miliare in questo primo straordinario viaggio dell'uomo verso la Luna.

Borman, Lovell e Anders in più sperimentano per primi un fenomeno inusitato nei collegamenti radio con la Terra. Fino a che le navicelle spaziali, dei precedenti voli, rimanevano in orbita intorno al nostro pianeta, le conversazioni tra l'equipaggio e la base di controllo a terra erano praticamente istantanee, poiché le onde radio viaggiano alla velocità della luce, 300.000 chilometri al secondo. Ma ora passa più di un secondo tra il momento in cui l'equipaggio di Apollo comunica attraverso i loro microfoni e quello in cui Houston riceve la loro voce.

Cinquantasei ore dopo il "lift-off" dal Centro Spaziale di Cape Kennedy, l'equipaggio di Apollo 8 è pronto per il secondo collegamento televisivo con la Terra. In Italia sono le 20:53 del 23 dicembre. La trasmissione, della durata di venti minuti, è tutta dedicata al nostro pianeta. Superate le difficoltà dei finestrini ghiacciati, ai quattrocento milioni di telespettatori di tutto il mondo incollati davanti agli schermi, appare il nostro pianeta lontano a più di 300.000 chilometri di distanza.

Dal loro fantastico punto di osservazione gli astronauti distinguono l'azzurro degli oceani, il colore marrone scuro delle terre e alcune configurazioni geografiche.

I tre astronauti possono distinguere più particolari di quanti ne appaiano sullo schermo televisivo e James Lovell rivolgendosi al suo comandante Borman dice: "Frank, mi sto chiedendo, se fossi un viaggiatore proveniente da un altro pianeta, che cosa penserei della Terra vista da questa altezza. Mi domanderei se è abitata o no e in quale zona potrei atterrare, se nella parte scura o in quella azzurra".