2008/12/21

1968/12/21 16:42 IT: "Go for TLI", in viaggio verso la Luna

Completato con successo tutti i controlli alle numerose apparecchiature della capsula Apollo, i tre astronauti, Frank Borman, James Lovell e William Anders ricevono dal Centro di Controllo di Houston da parte del Capcom (capsule communicator) di turno Michael Collins, l'ordine tanto atteso, e che da alla missione, la diciottesima effettuata da un equipaggio americano nello spazio, una grandissima importanza nella storia dell'astronautica e dell'uomo: "Apollo 8, you are GO for T.L.I. (Trans Lunar Iniection)", "Apollo 8, tutto è in ordine per la missione lunare, potete puntare verso la Luna". "Anche per noi, Houston, è tutto pronto", è la laconica risposta del comandante Borman.

Sono le 10:42 del mattino ora della Florida, le 16:42 in Italia, due ore e 50 minuti dopo il distacco dalla rampa di lancio di Cape Kennedy e dopo aver completato quasi due orbite intorno al pianeta natale, da un punto sopra l'Oceano Pacifico, a sud delle Isole Hawaii, viene riacceso il terzo stadio del Saturn V, l'S-IVB.

L'unico potente motore del terzo stadio rimane acceso regolarmente per cinque minuti e dodici secondi fino all'esaurimento di tutto il propellente, spingendo l'Apollo alla seconda velocità cosmica, 39.600 chilometri l'ora, verso la Luna. "Apollo 8, siete sulla strada buona", annuncia il direttore delle operazioni di volo Christopher Kraft.

Una trentina di minuti dopo anche il terzo stadio del Saturn V, con all'interno un simulacro del Modulo Lunare (LM) servito come zavorra, viene distaccato da ciò che rimane del gigantesco veicolo partito da terra, il Modulo di Comando e il Modulo di Servizio (CSM).

Mentre i tre pionieri della prima straordinaria "trasvolata" Terra-Luna vedono la Terra sempre più piccola, la voce di Frank Borman annuncia entusiasta: "Houston, dite a Charles Conrad (l’astronauta americano che fino ad ora ha volato più in alto, insieme a Richard Gordon, di tutti gli altri, raggiungendo la quota di 1374 km da terra nel corso della missione della Gemini 11 nel settembre 1966), che ha perso il suo record di altezza. Noi vediamo adesso la Terra come un disco e abbiamo una magnifica vista del continente americano, in particolare della Florida; riusciamo a distinguere anche Cape Kennedy".

Nell'entusiasmo generale per il felice inizio del volo, l'unico momento di apprensione lo si ha quando i tre astronauti comunicano a terra che il terzo stadio, pur regolarmente distaccato dall'astronave, continua a seguire la stessa traiettoria dell'Apollo, a circa 200-250 metri dalla capsula. Borman chiede al Centro di Controllo del volo a Houston di potersi allontanare di più da quel potenziale pericolo, accendendo per alcuni secondi il potente motore del razzo di servizio. A terra chiedono tempo, temono che questa imprevista manovra possa portare fuori dalla rotta "translunare" la capsula con i tre astronauti a bordo. Poi, elaborati i dovuti calcoli, il direttore di volo Christopher Kraft concede al comandante Borman di effettuare la manovra richiesta. Distanziato definitivamente il terzo stadio del Saturn V il viaggio può ora proseguire regolarmente.

Man mano che la prima vera astronave della storia si allontana dalla Terra, è impossibile per i tre astronauti non gettare lo sguardo attraverso gli oblò alla straordinaria visione che si prospetta. "Houston, è difficile dirvi quello che provo", dice ancora il comandante Frank Borman, "guardando fuori dai finestrini della capsula Apollo. L'oblò è più grande del nostro pianeta. Posso distinguere chiaramente la linea di demarcazione fra l'emisfero illuminato e quello ancora avvolto nelle tenebre. Vedo il Sud America con grandi formazioni di nuvole e una regione vastissima dell'Africa occidentale".

Per la prima volta nella storia dell'umanità, tre rappresentanti della Terra a bordo di un veicolo spaziale tecnicamente perfetto ma che, per ipotesi, potrebbe anche subire un'avaria durante il lungo e storico viaggio, lasciano non solo il nostro pianeta ma addirittura la sua sfera di maggiore influenza gravitazionale, per affrontare le incognite dei pericoli dell'immensità dello spazio interplanetario.

L'S-IVB, il terzo stadio del Saturn V, fotografato dalla cabina dell'Apollo 8 poco dopo la separazione. I punti bianchi presenti nella foto non sono stelle ma detriti derivati dal distacco (foto AS8-16-2583).


Foto AS8-16-2584, scansione JSC.


La Terra vista dall'Apollo 8 a circa 30.000 km (foto AS8-16-2593 (scansione JSC).


La Terra sempre più lontana, come mai non era stata fotografata di persona da un essere umano (foto AS8-15-2561).